“Il Galatasaray è un top club europeo e non deve essere considerata una seconda scelta nè deve pregare per acquistare un pur bravo calciatore” parole e musica di Fatih Terim, l’allenatore del Galatasaray che ne ha piene le tasche dei dubbi e dei tormenti di Wesley Snijder. L’Imperatore, così è soprannominato l’ex tecnico di Milan e Fiorentina, aveva già fatto la bocca circa l’arrivo del fuoriclasse olandese, ma le beghe che lo trattengono a Milano, ma anche e soprattutto la sua titubanza circa un trasferimento sulle rive del Bosforo, lo hanno fatto non poco spazientire. Secondo chi scrive Terim non ha propriamente ragione: il Galatasaray per la prima volta nella sua storia giocherà la fase ad eliminazione diretta della Champions (passò il primo girone nel 2001/2002 ma fu eliminata nel secondo raggruppamento insieme alla Roma) e gioca, oggettivamente, in un campionato che può essere considerato l’ottavo, se non nono, in Europa.
Sneijder, ancora relativamente giovane e comunque un campione a prescindere dalle beghe con l’Inter (che di certo non ha trattato meglio, per la sua politica economico-finanziaria, altri guru del pallone come Julio Cesar, Lucio e Maicon), ha tutto il diritto di tentennare, a prescindere dall’offerta economica e dalla bellezza di Istanbul, tanto più se tirando la corda può trovare a giugno (o anche ora) sistemazioni migliori (se tale può definirsi la destinazione Liverpool, che di recente si è fatta avanti). E queste parole stizzite di Terim non aiutano il fantasista di Utrecht a sbrogliare la matassa del dubbio. Tanto è vero che Aysal Unal, presidente del sodalizio giallorosso, ha precisato: “Terim è la storia del Galatasaray, un mito per questo club ma si ricordi che è soprattutto un dipendente“. Come dargli torto?
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