Luciano Spalletti senza peli sulla lingua spiega il “caso Totti” davanti alle telecamere al termine di Roma-Palermo. I giallorossi hanno appena conquistato la quinta vittoria consecutiva, sommergendo i rosanero con un pirotecnico 5-0, ma le domande dei giornalisti non potevano non essere sul caso del giorno, ossia l’esclusione di Francesco Totti dal match, dopo aver sostanzialmente annunciato il giorno prima la sua titolarità. Riassumendo, Totti chiede maggiore rispetto nel corso di un’intervista alla Rai, che secondo l’ad Baldissoni avrebbe dovuto riguardare solamente “i mondiali del 2006”, Spalletti non gradisce, convoca il capitano e lo avvisa dell’esclusione contro il Palermo per “dare serenità alla squadra”.
Ieri sera, poi, l’acclamazione dell’Olimpico per il capitano e i fischi, sonori fischi per Spalletti, il tecnico che sta ricostruendo la Roma dopo i guai della prima parte di stagione. A fine gara, il tecnico toscano prova a gettare acqua sul fuoco, ma dalle sue parole traspaiono chiaramente i contorni di una situazione tutt’altro che risolta:
“Francesco ha visto la partita qui allo stadio, è stato con noi negli spogliatoi e domani torna ad allenarsi. Quello di stamattina è stato solo un momento di rabbia di malessere che è comprensibile, il giocatore si sente ancora un giocatore e vuole far quello. Se c’è stato tanto rumore per nulla? Beh, se lo fa il più grande giocatore del dopoguerra, succede questo…”
Insomma, tutto rientrato? Nemmeno per sogno, perché proseguendo Spalletti dice chiaramente che per lui Francesco Totti è uno come gli altri, che avrebbe dovuto punirlo per non creare un precedente, perché nessuno deve permettersi di “convocare una conferenza stampa e dire quello che vuole”. Al capitano non resta che adeguarsi o decidere di conseguenza:
“Certo che avrebbe giocato stasera – evidenzia ancora Spalletti – , non è che vado a raccontare bugie in conferenza stampa… Questa mattina (ieri, ndr) è successo che, in base a quello che era venuto fuori dalle sue dichiarazioni, dappertutto si parlava di questa situazione. Io il giorno prima li avevo pregati di mettere alle spalle la Champions e riordinare le idee per una gara che sembrava facile. Ho chiesto concentrazione, un aiuto. Poi viene fuori questa situazione che depista l’interesse della squadra, ci sono ruoli e devi avere a che fare con tutti e non un solo calciatore. Dovevo per forza mettere ordine alla reazione a caldo di Francesco. Perché è vero che lui è un grande campione e che merita rispetto, ma il rispetto lo devo anche a tutti gli altri, altrimenti quando uno vuole convoca una conferenza stampa e si mette a parlare, che modo è… Ho avvertito la società dopo che ho preso questa decisione, c’è stato grande dispiacere, non volevo ma il mio ruolo è questo, dobbiamo dare dei segnali alla squadra, la società mi ha chiamato perché la situazione non andava e devo stare attento a quello che faccio, forse era un po’ nervoso e qualcosa ha detto. Quando è nervoso i missili gli partono… Mi dispiace, non voglio alcun duello con nessuno, voglio solo che la Roma faccia risultato”.
Con questi presupposti, il rinnovo di Francesco Totti rimane in alto mare: il presidente Pallotta dichiara di essere pronto ad incontrare il capitano della Roma molto presto, ma intanto c’è una situazione molto delicata da gestire. Qui ed ora, perché l’equivoco rischia di protrarsi fino a fine stagione.
“Il rinnovo di Totti? Se vi ricordate, io già ho parlato di questo nella conferenza di presentazione, so che diventerà la cosa principale, io dissi che non voglio entrare in questa situazione, deve decidere lui, io gli ho messo a disposizione, quando ho parlato con Totti e Vito Scala, qualsiasi ruolo. Vuoi essere come Giggs? Gli ho chiesto. Dietro la sua storia ci si può costruire tutto – sottolinea – , lui può fare ogni ruolo, dentro questo ambiente ha un carisma unico, tutti seguiranno una traccia quando lo vorrà lui. Vuoi fare Nedved? Vuoi fare il calciatore? Ok, ma sappi che però io non ti regalo niente! Lui fa il giocatore? Va bene, ma io faccio l’allenatore. Se continua così qualche partita la giocherà, stasera lo avrei messo dall’inizio e avrei visto quanto durava, però non posso accettare che lui dica quelle cose. Noi abbiamo tanti giocatori in squadra, De Sanctis, Maicon, Salah, Keita, io devo mettere ordine perché sono stato chiamato per fare questo”.
Concludendo, Totti è avvisato: rimangono ancora tante partite da qui alla fine del campionato e se farà il bravo, qualcuna la giocherà: a lui la scelta, continuare a fare da comprimario fino alla fine della stagione oppure chiudere subito e nel modo più drastico la sua carriera nella Roma.
Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG