C’erano una volta le bandiere, quelle che garrivano al vento nei momenti di placida tranquillità come negli uragani più violenti, capaci di trascinare la propria squadra nel pieno della loro forma o accomodarsi in panchina all’avanzare dell’età, uomini spogliatoio immuni al canto delle sirene, più forti delle lusinghe, figli di un calcio irrimediabilmente cambiato: gli equilibri del pallone ormai si sono spostati verso i conti in banca più esotici, i procuratori si aggirano come avvoltoi sulle trattative più calde, i tifosi sanno già che è bene non affezionarsi ai propri eroi. Eppure qualche faro splendente nella notte ancora c’è, luci nella tempesta buia che in qualche modo rassicurano i nostalgici, pilastri di un calcio che esiste ed è vivo, seppur tradendo rantoli di debolezza, in giro per il mondo.

Dalla prossima stagione ci sentiremo ancora più disorientati sapendo che Javier Zanetti non macinerà più chilometri con la maglia dell’Inter, che Ryan Giggs non sgretolerà altri record di longevità col Manchester United, che Carles Puyol smetterà di ringhiare a guardia dei talentuosi compagni del Barcellona. In tre, tre soli calciatori, hanno disputato 2503 partite con i loro unici amori, hanno vinto la spaventosa cifra di 73 trofei, hanno indubbiamente messo tutti d’accordo: che si tifi Milan, Manchester City o Real Madrid, non si può non ammirare la costanza, la dedizione, lo spirito di appartenenza di questi tre totem. E ora? Chi è rimasto? C’è ancora tempo per versare lacrime di commozione: da Iker Casillas del Real Madrid a Philipp Lahm del Bayern Monaco, da Steven Gerrard del Liverpool a Daniele De Rossi della Roma.

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E poi c’è lui, Francesco Totti, che proprio oggi ha provato a immaginare il giorno del suo addio al calcio e ai colori giallorossi; si è confidato a GQ Italia:

“Sinceramente non ho ancora pensato a come sarà la mia ultima partita. So che sarà bello, emozionante e vissuto davanti ai tifosi della Roma. Ma sarà anche terrificante. Vorrà dire che sono di fronte alla fine del sogno realizzato, in cui vivo da oltre 20 anni. Non oso neanche immaginare la reazione della gente”.

FC Barcelona Press Conference

Ma non dovrà esser bello neanche per i tifosi dell’Atalanta il giorno in cui il 34enne Gianpaolo Bellini saluterà la Dea: da quando aveva sei anni che veste il nerazzurro bergamasco, dal 1986; ad oggi ha collezionato 403 presenze ufficiali ed è record-man indiscusso del club. Perché anche in provincia, lontano dai riflettori e dalle copertine, è possibile diventare una bandiera. Uguale, e meravigliosa, a tutte le altre: anche a quelle che il tempo ha imposto di non sventolare più.

Torino FC v Atalanta BC - Serie A

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ultimo aggiornamento: 26-05-2014


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Rassegna stampa 27 maggio 2014: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport