Non poteva essere altrimenti: anche la Fifa ha accolto la squalifica comminata dall’Uefa al presidente della Figc Carlo Tavecchio. Il numero uno del calcio italiano, sarà dunque ineleggibile per sei mesi ad incarichi continentali, ma anche a livello mondiale. La sanzione si è resa necessaria dopo che è stato accertato come la frase pronunciata da Tavecchio nel discorso di presentazione della sua candidatura alla presidenza Figc fosse di stampo razzista. “Noi diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, e oggi gioca titolare nella Lazio. E va bene così… in Inghilterra dovrebbe dimostrare il proprio curriculum e il proprio pedigree”.
Una frase che destò molto imbarazzo non solo in Italia, ma che non influì sull’elezione di Carlo Tavecciho alla carica di presidente federale con un ampio consenso. Come da prassi in queste situazione, la Fifa ha comunicato oggi che il responsabile del Comitato disciplinare ha deciso di applicare la sanzione già comminata dalla Disciplinare Uefa estendendola di fatto a livello mondiale. “Tavecchio – recita la nota ufficiale della Fifa – è ineleggibile per qualsiasi incarico Fifa per un periodo di sei mesi a partire dal 7 ottobre 2014″.
Con decorrenza dal 7 ottobre 2014, dunque, il numero uno della Figc risulta ineleggibile “qualsiasi incarico Fifa per un periodo di sei mesi”. Il governo del calcio mondiale, presieduto da Joseph Blatter, ha ritenuto necessario prendere il provvedimento in seguito ai “commenti razzisti fatti da Tavecchio” prima della propria elezione. Così come l’Uefa, la Fifa conferma il pugno duro nei confronti di qualsiasi tipo di discriminazione: Tavecchio, con la frase su Opti Poba ha violato l’articolo 3 dello Statuto che “vieta espressamente la discriminazione di ogni genere nei confronti delle persone sulla base della razza, colore della pelle, origine etnica, nazionale o sociale, genere, linguaggio, religione, opinione politica, salute, nascita o orientamento sessuale”.
Nessuno sconto, dunque, nemmeno nei confronti delle alte cariche, che dovrebbero piuttosto veicolare messaggi forti nei confronti del razzismo e di qualsiasi altra forma di discriminazione. Tavecchio, tra l’altro, non si è nemmeno presentato a causa “di altri impegni” all’ultimo convegno Uefa sul razzismo organizzato proprio a Roma.
“La determinazione nella lotta al razzismo – conclude la nota della Fifa – e alla discriminazione comporta la necessità di severe sanzioni per un messaggio forte: la discriminazione non ha posto nel calcio. La Fifa – conclude il comunicato – lavora a stretto contratto con le sue associazioni in tutto il mondo per educare e ispirare un messaggio di eguaglianza e rispetto”.
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