Cesare Prandelli, ex CT della nazionale italiana, accasatosi al Galatasaray, trova un alleato in Giovanni Trapattoni. L’ex allenatore della Fiorentina è stato criticato aspramente dopo la delusione Mondiale e durante la conferenza stampa di presentazione in Turchia ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, soprattutto nei confronti di Mario Balotelli e Giuseppe Rossi. Le frecciate all’attaccante viola, sono quelle che hanno destato le più vibranti repliche: oltre all’agente del giocatore, hanno detto la propria anche i fratelli Diego e Andrea Della Valle. “Prandelli? Combina casini e poi scappa”, ha osservato il primo, mentre il secondo si è detto “amareggiato. Come si fa a scaricare tutte le colpe su Rossi?”.
Per il momento non c’è stata alcuna controreplica da parte dell’allenatore del Galatasaray, che però ha trovato un buon avvocato difensore. Si tratta di Giovanni Trapattoni, a sua volta anch’egli ex CT della nazionale italiana e attualmente in cerca di panchina. Ospite del programma di Radio 1, “A ritmo di gol”, il pluridecorato tecnico italiano ha difeso così l’operato di Prandelli ai Mondiali di Brasile, lasciati dall’Italia già al termine del girone eliminatorio:
“Prandelli ha fatto bene, ha fatto il vino con quello che aveva – ha sottolineato il Trap – . È stato sfortunato al Mondiale, ma fino ad allora aveva fatto bene. La Nazionale ha pagato sul piano della forza e su quello atletico. I nostri giocatori sono questi, sono quelli che ci hanno portato fino a lì. Inutile fare discussioni se si tratta di campioni o non campioni. Purtroppo siamo mancati sul piano emotivo, ma può capitare. È successo anche alla mia Juve che aveva Platini e Boniek ad Atene”.
Le critiche che hanno “pungolato” Prandelli, riguardano anche le scelte operate in sede di convocazioni: possibile che tra i giovani non ci fosse nessuno in grado di garantire forze fresche ad un gruppo apparso così logoro? In alcuni casi, è sembrato che la convocazione fosse arrivata più per riconoscenza che per forma fisica e reale utilità alla causa (vedasi alla voce Antonio Cassano). Ad ogni modo, ormai l’Italia non può fare altro che raccogliere i cocci e ripartire da zero. Quanto al mondiale che volge alla conclusione, Trapattoni l’ha visto come una manifestazione caratterizzata da un sostanziale equilibrio:
“Questo torneo si è contraddistinto per il grande equilibrio. È stato un gran bel Mondiale a livello di spettacolo. Se si è andati più di altre volte ai rigori vuol dire che questo sport è cresciuto nel mondo. Ormai anche i giocatori delle nazioni emergenti giocano ad alto livello in ogni angolo del mondo. Ma anche gli allenatori sono di grande levatura internazionale”.
Di recente Trapattoni è stato accostato alla panchina della Costa d’Avorio, ma poi non se ne fece nulla. Quale sarà la prossima tappa della carriera di un tecnico ormai giramondo?
“Ci sono una, due o tre porte aperte. Non dico quali, altrimenti, come successo in un recente passato, si chiudono”.
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