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Trevisani torna su Inter-Tottenham: «Quella sera ho visto San Siro giocare a pallone»

Il telecronista Riccardo Trevisani è tornato a parlare delle emozioni vissute durante la cronaca di Inter-Tottenham di Champions League

Intervenuto sui canali di Cronache di Spogliatoio, Riccardo Trevisani ha riaperto l’album dei ricordi, fermandosi alla sua telecronaca in occasione del match di Champions League tra Inter e Tottenham del 18 settembre 2018.

LA MAGIA DI SAN SIRO –: «La telecronaca di Inter-Tottenham è una di quelle che mi ha creato più problemi, mi ha reso tifoso di una squadra della quale non tifo. Lo stadio ha fatto tanto la differenza, quella sera ho visto lo stadio giocare a pallone. Tra San Siro e l’Olimpico non c’è partita, la pista di atletica è la morte per il telecronista».

QUELLA ERA L’INTER DI SPALLETTI –: «Luciano viene chiamato all’Inter che era 4-5 anni che sbagliava qualsiasi scelta, non era nemmeno vicina ad andare in Champions League. Ha giovato l’Europa League in posti ignobili con allenatori discutibili. Se porti una squadra in Champions League come non faceva da 6 anni, non è un trofeo, ma è un raggiungimento dell’obbiettivo che ti è stato prefissato. La notte di Lazio-Inter è la notte della svolta, che poi porta all’Inter di Conte e dopo ancora a quella di Inzaghi. La notte dell’Inter del futuro nasce col gol di Vecino all’Olimpico. Contro la Lazio di Inzaghi l’Inter gioca una brutta partita, ma la vince e va in Champions a spese dei biancocelesti».

SU VECINO –: «Quello che la gente non capisce sulla particolarità di quella notte è tutta su Matias Vecino. Io arrivo allo stadio con Lele (Adani ndr) e dico: “Tanto lo sai che stasera finisce 1 a 0 con gol al novantesimo di Vecino”. Il nostro era un tifo per una squadra italiana, non per i nerazzurri.

LA PARTITA TRA INTER E TOTTENHAM –: «Prima di quella sfida vidi il match tra Tottenham e Watford. Il Tottenham fa esattamente quello che avrebbe fatto con l’Inter. Fa una testa come un dindarolo al Watford, ma ad un certo punto si lancia e butta al cesso la partita. Con l’Inter accade la stessa cosa. Quando segna Eriksen e gli Spurs stanno totalmente dominando, comincio a fare un tipo di telecronaca come se sapessi che l’Inter l’avrebbe rimontata. L’Inter faceva pena, una partita ignobile. Handanovic salvò l’Inter in varie circostanze, ma la squadra non dava nessun tipo di segnale di poterla pareggiare, non dico vincere».

SUL GOL DI ICARDI –: «È raro che lui segni da fuori area. Poi gli arriva la palla da un giocatore sottovalutato, che è Asamoah. Icardi non doveva essere lì: nell’angolo delle cose che non dovevano succedere, Icardi subisce fallo mentre sta andando ad attaccare l’area di rigore, quindi non è in area ma fuori perché ha perso quei 3 secondi per via del fallo. Se Icardi fosse stato al centro dell’area non avremmo visto quella roba. Icardi fa un gol spaventoso, tenere la palla bassa su quel cross è difficilissimo. Il gol è clamoroso. Impazzisce San Siro che si rende conto che non l’ha presa mai l’Inter. E quindi Pazza Inter, e viene in mente quell’Inter-Sampdoria. Entra in partita San Siro, e lo fa in maniera pesantissima: lo stadio tremava».

IL GOL DI VECINO ALLO SCADERE –: «Lele mi ha detto: “Guarda chi è arrivato in area di rigore”. Sul primo calcio d’angolo. E io: “Dici che la prende?”. Lui: “La riprende”. È come se avessi fatto la telecronaca sotto dettatura. Primo corner: cross, rimpallo, altro calcio d’angolo. Il boato al secondo calcio d’angolo, tutto tremava, tutti fomentati. Io devo dire la verità: non ci pensavo più. Sul gol sono impreparato, non mi aspetto che segni. Per cui nella sponda di de Vrij, non capisco niente ma capisco che arriva uno con la maglia nerazzurra a metterla in porta. A quel punto dico: “L’ha presa, l’ha ripresa Vecino”. Quando vedo dal primo piano che è Vecino, mi è scesa la catena. È stato 1 minuto e mezzo in cui non so cosa ho detto e cosa ha detto Lele, non abbiamo rispetto niente di un protocollo di una telecronaca».

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