Solo dieci partite da titolare, delle quali l’Udinese ne ha vinte la miseria di due, tanta panchina e appena quattro gol realizzati (uno nel 2014 nel pirotecnico 3-3 contro il Genoa): la stagione di Luis Muriel, almeno fino a questo momento, è da etichettare come negativa, o quanto meno con più ombre che luci, un problema di non poco conto per tutti gli attori protagonisti della vicenda. Innanzitutto a risentirne in primis è il colombiano stesso che sta soffrendo oltremodo di questa situazione e delle continue panchine che gli riserva Francesco Guidolin; alla vigilia dei mondiali brasiliani in cui la Colombia potrebbe recitare il ruolo di protagonista, lo scarso minutaggio concessogli dal club friulano potrebbe appannarlo più di quanto già non lo sia. Il suo procuratore Helmut Wennin è stato chiaro:
“Vorrebbe giocare di più, specialmente adesso che il Mondiale si avvicina. Nessun è felice se sta in panchina e lui non fa eccezione, ma bisogna rispettare la decisione dell’allenatore. Speriamo possa giocare di più nelle prossime gare”.
Questa sera i bianconeri saranno impegnati al Meazza contro l’Inter e le probabili formazioni ci informano che il titolare sarà ancora un volta Totò Di Natale con possibile staffetta con Muriel a partita in corso. Dunque ancora ai box il peperino sudamericano che da qualche tempo ha perso smalto e guadagnato chili, agli occhi dello staff tecnico udinese ancora immaturo per recitare un copione di alto livello; il vice di Guidolin, l’ex bandiera del Vicenza Fabio Viviani, di recente ha ammesso che “non è che manca il partner di Di Natale, è una scelta anche nostra, abbiamo tanti giocatori importanti; Muriel è un giocatore di grande qualità e futuro ma gli manca ancora qualcosa per diventare un giocatore completo“. Ma attenzione ad esser troppo zelanti, perché in ballo ci sono tanti soldi che Giampaolo Pozzo non vuole perdere.
Radiomercato parla di un’offerta concreta del Liverpool che addirittura arriverebbe a mettere sul piatto per Muriel la cifra importante di 18 milioni di euro, di questi tempi vera e propria manna, non per i vertici societari dell’Udinese che hanno rinnovato il contratto all’attaccante 23enne lo scorso settembre fino al 2018 e, complice anche l’infortunio di Radamel Falcao, sperano che il loro pupillo possa esplodere in Brasile per far lievitare il prezzo del suo cartellino. La cifra tecnica c’è, manca la testa: contro il Sassuolo domenica è entrato molle e insolente, in appoggio a Di Natale ha dimostrato di non saperci giocare, ogni tanto viene meno fisicamente (quest’anno già due infortuni muscolari) e soprattutto ama mangiare (Di Francesco, suo allenatore ai tempi di Lecce, gli consigliò vivamente di evitare cene a casa del connazionale Cuadrado: entrambi ci davano dentro, ma evidentemente il loro metabolismo era differente).
Dunque ci troviamo di fronte a un bivio, per entrambe le parti: da un lato Muriel deve decidere se maturare definitivamente per sé e la sua carriera, dall’altro l’Udinese è indecisa se continuare a crederci fermamente o cedere alle lusinghe inglesi (ma non solo). Pozzo è certo: vuole trattenerlo al Friuli almeno altri due anni per poi cederlo a 25 anni in un top club europeo per non meno di 30 milioni. Ma il Muriel di oggi non ne vale forse la metà.
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