Dopo tre vittorie nelle prime 14 giornate (“Partenza a handicap derivata dai preliminari” ha spiegato Francesco Guidolin), l’Udinese ha cominciato a trottare col ritmo che conosciamo usuale, quello che le ha consentito per due anni di fila di qualificarsi ai preliminari di Champions League: 35 punti in 19 partite, un girone praticamente, una media che ha permesso ai bianconeri di risalire posizioni su posizioni in graduatoria fino a giungere a un passo dalla riconferma continentale, il quinto posto che oggi significherebbe Europa League. La vittoria ottenuta ieri dai friulani sul Cagliari, una partita sulla carta in trasferta ma di fatto giocata in casa a Trieste, ha confermato l’ottimo momento del club sapientemente gestito dai Pozzo e da Larini, come al solito un mix irresistibile di giovani e meno giovani che ogni estate, a turno, lasciano il Friuli rimpinguando considerevolmente le casse societarie.
Lo 0-1 al Cagliari di ieri è stato, ad esempio, firmato da Roberto Pereyra, argentino classe ’91 prelevato l’anno passato per 2 milioni di euro dal River Plate: quest’anno ha già siglato cinque gol, è nel mirino del Napoli e vale almeno tre volte tanto. E’ solo uno dei tanti gioielli che ogni anno mette in vetrina il sodalizio bianconero, nidiate sempre nuove tirate su con amorevoli cure dal sagace Francesco Guidolin:
“Ora vogliamo raggiungere il risultato storico di arrivare in Europa per tre stagioni di fila. Mi aspettavo una crescita dei miei ragazzi ma non mi aspettavo di arrivare a lottare per l’Europa, quando lavori con dei giovani hai bisogno di tempo per ambientarti. Avevo escluso dalla lista Uefa Allan, forse è stato un mio errore ma da allora la sua crescita è stata esponenziale. La crescita di Pereyra è stata straordinaria, si allena bene e vive bene. Ha grandissime qualità e gioca con grande generosità. Sono cifre importanti, cinque gol per un centrocampista non sono pochi. Non faccio troppa pubblicità, però, perché vorrei tenermi a lungo i miei gioiellini”.
Allan, dunque, un 22enne brasiliano che l’Udinese ha comprato l’estate scorsa per 3 milioni di euro dal Vasco de Gama, ma anche tanti altri come l’ormai esperto Mehdi Benatia (pescato nel Clermont, in Francia, e comprato con 500mila euro) che con ogni probabilità è pronto per salutare Udine e trasferirsi in una grande squadra (il Manchester United è in pole), il peperino Luis Muriel che arrivò neanche 20enne dal Deportivo Calì per 1,5 milioni di euro e attualmente valutato più di 10 milioni (ieri al Rocco c’era Gregucci, collaboratore di Mancini, perché il Manchester City vorrebbe puntare su di lui a partire dalla prossima stagione) e i vari Basta, Badu, Danilo e l’ultima scoperta, la stellina polacca Zielinski.
Insomma, solo l’anno scorso lasciarono il Friuli campioni del calibro di Armero, Asamoah, Isla, Torje, Handanovic e Floro Flores, eppure questa squadra non si è scomposta, grazie anche allo zoccolo duro dei suoi senatori (Domizzi, Pinzi e Di Natale la spina dorsale inossidabile). Ora l’Udinese è lanciatissima e spera di raggiungere la qualificazione europea, anche perché come ha fatto notare proprio Domizzi al termine della sfida col Cagliari “questo gruppo potrebbe giocarsi una bella Europa League“. Ma occhio a Inter e Roma (le dirette concorrenti per il quinto posto), poi qualsiasi posizione in classifica arriverà alla fine andrà in archivio comunque un’altra bella stagione. Il futuro poi sarà il mercato con un orecchio… al nuovo stadio.
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