Beppe Sannino è un allenatore quotato, stimato e professionale. Il Chievo lo ha scelto per questo, bruciando anche i cugini del Verona che lo volevano per la Serie A al posto di Mandorlini nonostante quest’ultimo fosse il fautore del ritorno nella massima serie, allenatore che (per motivi di vario genere) è anche amatissimo dai tifosi dell’Hellas. Eppure per Sannino saranno settimane non semplici, non diverse magari da quelle già trascorse in carriera quando navigava in Serie C o nella Serie cadetta, o addirittura quando dovette raccogliere la pesantissima eredità di Antonio Conte a Siena.
I fatti non sono così noti, ma vanno raccontati. Anche perché circola la voce che Del Neri (era stato fatto anche il nome di Malesani tra le malelingue) abbia avuto più di un contatto con Campedelli per “tenersi pronto nel caso…”. Chiaro che la classifica condiziona molto, se non tutto, ma quel che probabilmente ha rotto alcuni equilibri, che vanno sanati il prima possibile all’interno del gruppo clivense, sta nel rapporto tra Sannino e alcuni suoi giocatori. Uno tra tutti, Thereau, forse il profilo più qualitativo di questo Chievo, con il quale il tecnico avrebbe già avuto da ridire più di una volta e per il quale il club ha fatto uno sforzo economico in estate pur di ottenere il prolungamento di un contratto che differentemente sarebbe stato in scadenza (e gli ammiratori non mancano).
Una rottura non ancora consumata, ma pare che nello spogliatoio ci sia già maretta con un gruppetto di altri 4 o 5 calciatori sulla stessa lunghezza d’onda del francese. Saranno gli scontenti, probabilmente, i poco utilizzati. Ma Sannino difficilmente scenderà al compromesso: andrà per la sua strada, e le prossime 3 partite segneranno anche il suo futuro in una società storicamente non avvezza al cambio di allenatore, ma in tempi recenti abbastanza volatile in questo senso. In ogni caso, fonte interna, Sannino ha riottenuto la totale fiducia del direttore sportivo Sartori. Sarà il campo, e solo quello, a dare il verdetto. Del Neri aspetta, un suo ritorno al Chievo sarebbe comunque un cerchio che si chiude perché quella sua prima creatura ha scritto pagine emozionanti del calcio italiano “made in provincia”.
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