Termina l’incubo per gli ultimi due tifosi della Lazio detenuti nel carcere di Bialoleka da due mesi. Una vicenda che si chiude con molti punti oscuri, una storia che ha suscitato la reazione, forse tardiva, del governo italiano. Nel pomeriggio odierno sarà ordinata la scarcerazione per la scadenza dei termini della custodia cautelare di Matteo Buttinelli e di Daniele De Paolis, gli ultimi due sostenitori biancocelesti rimasti dietro le sbarre del carcere di Varsavia. In due mesi l’assenza di foto o filmati che comprovavano l’azione violenta del gruppo di 137 tifosi laziali ha gettato più ombre che luci sugli arresti e probabilmente sull’eccessiva severità delle forze dell’ordine polacche influisce da mesi la linea il Primo Ministro polacco Donald Tusk che ha dichiarato guerra ai gruppi ultrà violenti, iniziando un braccio di ferro con le frange più estreme delle tifoserie locali.
LE TESTIMONIANZE DEGLI ALTRI TIFOSI RILASCIATI
Furono lanciati alcuni sassi all’indirizzo della polizia, nella zona dell’Hard Cafè, ma il numero degli arrestato è parso sin da subito totalmente sproporzionato rispetto all’entità dei danni. Al termine delle prime udienze dieci tifosi restano in carcere. L’ambasciata italiana e la Farnesina cominciano a rilasciare le prime dichiarazioni ufficiali. Il 5 dicembre il premier italiano Enrico Letta incontra Tusk per un vertice bilaterale già in agenda, ma l’intervento del primo ministro sortisce effetti contrari perché il ministro degli Interni Sinkiewicz sentenzia: «I tifosi della Lazio sono dei banditi».
La situazione resta in stallo per parecchi giorni fino alla richiesta che in un primo tempo lascia interdetti: 30.000 szlote (circa 7.200 euro) di cauzione a persona per uscire dal carcere. I tifosi (e non solo) di tutta Italia solidarizzano e si mobilitano per raccogliere soldi, alla fine ne restato in carcere due, Buttinelli e De Paolis. La loro disavventura termina dopo 62 giorni, decisamente troppi per uno stato dell’Unione Europea.
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