La chiusura della curva del Verona disposta dal Giudice Sportivo è un caso ancora irrisolto. Il club veneto ha già fatto intendere che non accetta strumentalizzazioni politiche e di sentirsi perseguitato da decisioni discutibili. L’ultima è stata presa, secondo il sindaco Tosi e i legali del Verona, senza alcun riscontro come video e prove inconfutabili. Il giudice ha motivato la sanzione facendo riferimento ai ripetuti “cori scimmieschi” partiti dalla curva Sud all’indirizzo di Sulley Muntari. Una ricostruzione priva di fondamento secondo il Verona, ma anche per il Milan che ritiene esagerata la sanzione comminata dal giudice sportivo e afferma di non essersi accorta di nulla.
Oggi la Corte Sportiva d’Appello Nazionale (I sezione) ha parzialmente accolto il ricorso con richiesta di procedimento d’urgenza del Verona contro l’ammenda di 50.000 mila euro e l’obbligo di disputare una gara con la “Curva Sud” senza spettatori. Lo stop della pena è stato chiesto per indurre “la Procura Federale di disporre un supplemento di indagini in ordine alla dimensione ed effettiva percepibilità dei presunti cori razzisti contestati nella fattispecie in esame, tenuto conto delle allegazioni della reclamante – che si trasmettono – e dell’effettivo posizionamento, nel caso di specie, dei rappresentanti della Procura refertanti, acquisendo ogni ulteriore elemento utile anche dai rappresentanti delle Forze dell’Ordine preposti alla tutela dell’Ordine Pubblico“. Pertanto la Corte “sospende, nelle more, l’applicazione delle sanzioni inflitte“.
Il Verona spera di avere i propri tifosi per la gara interna contro la Lazio in programma il 30 ottobre. Dopo la presa di posizione netta del direttore generale gialloblù, Giovanni Gardini, ecco le dichiarazioni ecco uno stralcio delle dichiarazioni rilasciate dal legale rappresentante dell’Hellas Verona FC, Stefano Fanini, rilasciate all’official radio Radio Bellla&Monella durante la trasmissione “Questo è il Verona”:
“La sentenza? Siamo soddisfatti, questo è il primo passo verso la verità a cui vogliamo giungere. Le cerbottane erano affilatissime, hanno fatto breccia nella discussione alla Corte Sportiva d’Appello. Questo è solo il primo step, che porterà al supplemento d’indagini da parte della Procura Federale su fatti contestati e non commessi. E’ un passo importante, manteniamo il profilo basso ma fermo e determinato. Siamo arrivati a questo risultato, per i nostri tifosi, grazie a un lavoro di squadra in sinergia con il direttore generale, Giovanni Gardini, il segretario generale, Massimiliano Dibrogni e ad altre componenti come l’Area Comunicazione. Come abbiamo fatto? Ci siamo basati su tre piani: logico, giuridico e tecnico. In quello logico, sono stati fondamentali i sette punti che il presidente, Maurizio Setti, ha voluto esporre nella lettera aperta inviata ai direttori delle testate giornalistiche. Sul piano giuridico, abbiamo messo in luce delle gravi carenze degli ispettori della Procura Federale, che non hanno rispettato il protocollo di sicurezza in quanto dovevano essere prontamente avvisate le forze dell’ordine. Inoltre siamo stati in grado di dimostrare che era tecnicamente impossibile, per il numero di decibel prodotto, che un coro fatto da 3.000 persone non fosse udito dagli altri spettatori. Se ci aspettavamo un ribaltamento della sentenza? Siamo soddisfatti e moderatamente ottimisti, quanto ottenuto è un passo importante per la ricerca della verità. Era molto difficile, ora la Procura Federale avrà delle grandi responsabilità nell’approfondire le vicende e noi potremo replicare con ulteriori indagini”.
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