Chissà quali improcrastinabili urgenze hanno convinto l’arbitro kazako che ha deciso, come il suo illustre collega qualche anno prima, di far disputare ad ogni costo una partita di una serie minore nonostante le condizioni del campo fossero ben oltre “i limiti della praticabilità”. Diciamolo chiaramente, non c’è paragone con quella famosa partita, al confronto il terreno dello Stadio di Perugia era “perfetto”.
La situazione è talmente paradossale che quando i giocatori della squadra che attacca devono battere un calcio d’angolo sono costretti a “procedere” con un’autocisterna alle spalle impegnata nel tentativo di liberare il terreno da 15 cm buoni d’acqua. Il pallone galleggia, ma l’arbitro è inflessibile e li costringe a procedere non accontentandosi nemmeno della soluzione alla buona del calciatore che prova a lanciare il pallone dalla lunetta del corner con le mani per facilitarsi. Proprio no, lui vuole che si batta con i piedi. Le comiche. Meglio di una candid camera..
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