A 24 anni Kevin De Bruyne ha varcato la soglia oltre la quale c’è posto solo per alcuni giocatori: i fuoriclasse. Il talento belga, tanto precoce quanto discontinuo, al Wolfsburg sta mostrando tutte le sue qualità, letale tra le linee, freddo sotto porta, tatticamente intelligentissimo, salta l’uomo quando necessario e raramente si riserva giocate banali; è di sicuro lui la stella dei Lupi tedeschi, secondi in Bundesliga e da un paio di anni con rinnovate velleità di vertice assoluto, d’altra parte l’investimento fatto per strapparlo al Chelsea l’anno scorso certificò la disponibilità economica del club della Volkswagen. Ma cerchiamo di mettere ordine e ripercorriamo la carriera del rosso trequartista della Nazionale Belga (vi consigliamo inoltre di vedere il video in cima).
Kevin De Bruyne nasce a Drongen, periferia di Gent, e tira i primi calci proprio nelle squadre di queste due città; l’accademia del Gent è prestigiosa, ma a 14 anni saluta amici e genitori per trasferirsi al Genk che a 17 anni lo inserisce subito in prima squadra. Proprio a Genk De Bruyne mette in mostra tutte le sue qualità giocando più 100 partite ufficiali e siglando 16 gol, tanto da guadagnarsi una chiamata tra i Diavoli Rossi a soli 19 anni ma soprattutto un contratto col Chelsea che lo acquista nel gennaio 2012 salvo farlo rimanere ancora in patria. I Blues, allenati all’epoca da Di Matteo, sganciano 8 milioni di euro ma gli fanno finire la stagione in Jupiler League, poi a giugno lo riportano a Londra dove però non c’è ancora spazio per lui.
Il prestito al Werder Brema è fruttuoso, dieci gol in 33 presenze convincono Mourinho, appena tornato sulla panchina del Chelsea, a dargli una chance a Stamford Bridge, ma alla fine non vedrà il campo che in tre occasioni per un totale di 132 minuti (si dice anche per screzi con lo stesso tecnico lusitano), così Abramovich avalla una sua cessione al Wolfsburg nella finestra di mercato invernale 2014. Torna dunque in Germania per 22 milioni di euro, a Londra si fregano le mani per la plus-valenza, ma anche Klaus Allofs, direttore generale del club, è felice: durante il girone di ritorno della scorsa stagione si è ambientato, quest’anno è letteralmente esploso, e in estate aveva anche incantato in Brasile con la maglia del Belgio (a segno agli ottavi contro l’USA).
“In una squadra lui è il qualcosa in più, il giocatore che fa la differenza” ha detto Allofs di recente; il compagno di squadra Marcel Schäfer si è spinto oltre: “E’ certamente uno dei migliori giocatori con cui io abbia mai giocato e che il Wolsfburg abbia mai avuto“. Ha cominciato il 2015 con cinque gol (tra cui una doppietta al Bayern Monaco) per un totale di otto in campionato, ma soprattutto gioca con classe e disinvoltura, ed è normale dunque che De Bruyne abbia attirato diverse pretendenti: lo vuole Van Gaal per il Manchester United, ma anche il Bayern Monaco e il Paris Saint Germain, Pellegrini del Manchester City ha pronti 25 milioni per il suo cartellino, non ultimo il clamoroso ritorno di fiamma del Chelsea che si sarebbe pentito della leggerezza con la quale aveva avallato un suo addio a titolo definitivo.
E dunque? Come riporta la testata tedesca Sportwereld il Wolfsburg è pronto ad adeguargli l’ingaggio rinnovandogli il contratto con tanto di clausola rescissoria a tre cifre e uno stipendio annuo di 8 milioni lordi. Tanti soldi che di questi tempi De Bruyne pare meritarsi: ha fatto gavetta, ha avuto periodi bui, ma è maturato e ora ha l’età per essere considerato uno dei trequartisti più forti del panorama mondiale. Al netto però di qualche intemperanza comportamentale, difficile anche da immaginare visto il suo viso quasi da bambino: Courtois gli aveva soffiato la donna che era stanca del suo menefreghismo, al Chelsea non era considerato certo un caratterino semplice, inoltre qualche giorno fa a Francoforte durante la partita con l’Eintracht ha insultato un raccattapalle perdi tempo beccandosi una multa di 20mila euro. In fondo anche questo serve per diventare personaggi.
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