Solo pochi giorni fa Javier Zanetti, capitano e bandiera dell’Inter, svelava in un’intervista all’Ansa i progetti futuri con il suo club, una volta terminata la carriera sui campi da calcio. Il difensore argentino non sembra intenzionato a intraprendere il ruolo di allenatore, ma piuttosto quello di dirigente sportivo. Diciotto anni dopo la chiamata all’Inter Zanetti è ancora il simbolo di una squadra che insieme a Mazzarri cerca di risorgere dopo una stagione dura. Ha recentemente pubblicato la sua seconda autobiografia, scritta in collaborazione con il giornalista Gianni Riotta.
Si intitola “Giocare da uomo”, è un libro in cui racconta la vita di un professionista esemplare. In chiave Nazionale, invece, Zanetti sogna in grande: disputare l’ultimo mondiale con la maglia della sua Argentina, in Brasile. “La vita è fatta per sognare e sogno sempre il ritorno in nazionale, mai dire mai“, commenta ai microfoni dei giornalisti sudamericani. Difficile, allo stato attuale, una convocazione da parte di Alejandro Sabella. Zanetti, con la Seleccion ha disputato due tornei iridati, nel ’98 e nel 2002. Il difensore elogia, ad ogni modo, il lavoro svolto dal commissario tecnico:
“Vedo la nazionale sulla strada giusta, c’è un gruppo con grande voglia e Sabella sta facendo un ottimo lavoro, ho grande fiducia in vista dei Mondiali, è candidata alla vittoria. Sarei felice se arrivasse una chiamata per il Brasile ma rispetto molto coloro che hanno giocato le qualificazioni e portato la squadra al Mondiale. La nazionale ha rappresentato gran parte della mia vita. Ho vissuto tante partite e tanti momenti, per questo le sarò sempre grato e ne sarò un tifoso in più”.
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